Ablazione e Modulazione del Nodo Atrio-Ventricolare

In che cosa consiste la procedura di ablazione per la modulazione del nodo atrio-ventricolare?

La procedura di ablazione transcatetere mediante radiofrequenza del nodo atrio-ventricolare è rivolta ai pazienti affetti da fibrillazione atriale persistente in cui non siano efficaci le terapie farmacologiche per il controllo del ritmo e della frequenza cardiaca. Tale procedura è sempre preceduta dall’impianto di un dispositivo di elettrostimolazione, generalmente con funzione di resincronizzazione (CRT-D; CRT-P). Tale approccio per il trattamento della fibrillazione atriale è noto come “ablate-and-pace”.

Come si effettua la procedura di ablazione per la modulazione del nodo atrio-ventricolare?

Previa anestesia locale in sede femorale, si procede tramite tecnica di Seldinger, ad incannulamento della vena femorale destra. Attraverso questo accesso venoso si fa avanzare un catetere ablatore in prossimità del nodo atrio ventricolare (parte compatta). Erogando radiofrequenza, si interrompe la comunicazione elettrica tra atri e ventricoli permettendo così al dispositivo impiantato di stimolare il cuore alla frequenza desiderata.

Dopo la modulazione del nodo atrio ventricolare in genere può permanere un ritmo di scappamento intrinseco a livello giunzionale la cui frequenza è in genere compresa tra i 30 ed i 50 bpm.

Quali sono gli effetti della procedura di ablazione per la modulazione del nodo atrio-ventricolare?

L’ approccio “ablate-and-pace” è l’approccio di scelta nei pazienti con fibrillazione atriale, in cui una risposta ventricolare elevata riduce l’efficacia della resincronizzazione cardiaca. Pertanto tale procedura ed è un importante misura terapeutica soprattutto nei pazienti in cui la fibrillazione atriale risulti essere associata con lo scompenso cardiaco, e risulta essere molto efficace nel controllo delle recidive e dei sintomi dello scompenso cardiaco.



“Trattiamo le aritmie cardiache dallo studio dei geni all’ablazione transcatetere“