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L’Adenosina, è un nucleoside che si presenta naturalmente in tutte le celle dell’organismo, ed è composto da una molecola di adenina legata a un ribosio attraverso un legame β-N₉-glicosidico. Questa molecola tuttavia ha parecchi ruoli fisiologici e farmacologici nel funzionamento dell’organismo normale, come pure in alcune circostanze patologiche.
Nel cuore e nei vasi sanguigni, l’adenosina contribuisce a dilatare o espandere i vasi sanguigni, in particolare i vasi coronarici, e quindi migliora l’apporto di sangue al miocardio. L’utilizzo dell’adenosina permette di studiare le variazioni del flusso di sangue all’interno delle coronarie, consentendo in questo modo di capire se ci sono stenosi che possano avere un significato clinico.
L’ecocardiografia con stress farmacologico (Ecostress con adenosina) è una metodica diagnostica che utilizza gli ultrasuoni per la valutazione di anatomia e funzione del cuore e che viene eseguita con la somministrazione endovena dell’adenosina. La dose di somministrazione di adenosina in caso di test di perfusione coronarica è di 0,14 mg /kg infuso in 6 minuti. La somministrazione avviene solo in infusione endovenosa periferica continua.
A livello del ritmo cardiaco, l’adenosina fa diminuire la frequenza cardiaca e la velocità di conduzione dell’impulso cardiaco attraverso il sistema di conduzione.
Il principale effetto farmacologico dell’Adenosina è la rapida conversione a ritmo sinusale delle tachicardie parossistiche sopraventricolari incluse quelle associate a vie accessorie di conduzione (sindrome di Wolff-Parkinson-White).
Il test all’Adenosina può essere quindi utilizzato come test diagnostico nei pazienti in cui si sospetta una tachicardia sopraventricolare (SVT), in cui l’adenosina è utilizzata sia per l’induzione dell’eventuale aritmia.
Il test all’Adenosina viene utilizzato specificamente nel sospetto di sindrome di Wolff-Parkinson-White per slatentizzare un’onda delta latente e per indurre SVT.
L’Adenosina viene anche utilizzata in senso diagnostico ex iuvantibus, nella diagnostica differenziale delle tachicardie a QRS largo in quanto solo nelle tachicardie sopraventricolari parossistiche l’Adenosina modifica il tracciato elettrocardiografico. In generale, mentre le TPSV (in particolare quelle dovute a circuiti di rientro) sono sensibili all’Adenosina, al contrario ritmi cardiaci accelerati che abbiano origine nell’atrio e che siano limitati a questo (ad esempio fibrillazione atriale o flutter atriale), o la tachicardia ventricolare, che non coinvolgono il nodo AV come parte del circuito di rientro, non sono modificati dall’Adenosina.
Il test all’adenosina viene anche utilizzato per la diagnosi della disfunzione del nodo del seno (DNS), ed è stato descritto che in pazienti con DNS, episodi di sincope o presincope fossero associati ad una più marcata inibizione del nodo del seno (NS) dopo somministrazione di adenosina rispetto ai soggetti normali.
Il test all’Adenosina viene eseguito dopo l’interruzione di β-bloccanti, bloccanti dei canali del calcio e altri agenti antiaritmici per ≥5 emivite. Il test viene effettuato in sala di elettrofisiologia, in presenza di personale idoneo e di attrezzatura per la rianimazione cardiopolmonare. Il test viene praticato generalmente nel contesto di uno studio elettrofisiologico. Il test viene effettuato in presenza di monitoraggio ECG continuo con registrazione dell’ECG durante la somministrazione del farmaco.
Il nome farmacologico dell’Adenosina è Krenosin; ogni flaconcino di 2 ml di Krenosin contiene 6 mg di adenosina (3 mg/ml). Krenosin è destinato al solo uso ospedaliero in ospedali forniti di attrezzature di monitoraggio e di rianimazione cardiorespiratoria disponibili per l’uso immediato.
Il farmaco deve essere somministrato in iniezione rapida I.V. in bolo in accordo con lo schema posologico a dosi crescenti sotto riportato. Per essere sicuri che la soluzione raggiunga la circolazione sistemica somministrare direttamente in vena o mediante linea di infusione; l’infusione deve essere praticata il più prossimalmente possibile e deve essere seguita da un rapido lavaggio con soluzione fisiologica. Se somministrato attraverso una vena periferica, si deve usare una cannula ad ampio calibro.
La modalità di somministrazione dell’Adenosina sono equivalenti sia nel test diagnostico, per l’induzione di SVT, che nell’utilizzo terapeutico per la soppressione di SVT.
Adulti (sia per la valutazione sia per il trattamento di SVT)
dose iniziale: 6 mg I.V. in bolo rapido (iniezione di 2 secondi),
seconda dose: se la prima somministrazione non sopprime (o induce) la tachicardia sopraventricolare entro 1 o 2 minuti, deve essere effettuata un’ulteriore somministrazione di 12 mg in bolo rapido I.V.,
terza dose: se la seconda somministrazione non sopprime (o induce) la tachicardia sopraventricolare entro 1 o 2 minuti, devono essere somministrati 12-18 mg in bolo rapido I.V..
Non si consigliano dosi addizionali o più elevate. I pazienti che sviluppano un blocco AV di grado elevato non devono essere sottoposti ad ulteriori incrementi di dosaggio.
Pazienti pediatrici:
-primo bolo di 0,1 mg / kg di peso corporeo (dose massima di 6 mg)
-incrementi di 0,1 mg / kg di peso corporeo fino a raggiungere la soppressione/induzione della tachicardia sopraventricolare (dose massima di 12 mg).
Il test è stato considerato positivo se viene provocata una onda delta o una SVT sostenuta durante il test o entro 10 minuti dalla fine dell’infusione. L’infusione viene immediatamente interrotta se il test è stato positivo.
In caso di test effettuato per la valutazione di episodi sincopali, il test si considera positivo in caso di induzioni di pause superiori a 6 secondi, o nel caso che si sviluppi un blocco AV di grado elevato.
Il test all’Adenosina viene praticato per valutare l’inducibilità di aritmie potenzialmente gravi. Nel corso della somministrazione di Adenosina, i pazienti possono sviluppare ipotensione, bradicardia marcata, vasodilatazione periferica, vertigini, sudorazione eccessiva, o nausea. Questi sintomi sono transienti e durano solitamente meno di un minuto.
Il rischio del test all’Adenosina è però molto controllato, dato che il test viene effettuato in presenza di personale idoneo e di attrezzatura per la rianimazione cardiopolmonare d per l’immediato trattamento dell’eventuale aritmia evocata. Il rischio è commisurato alla necessità di conoscere il rischio di sviluppare aritmie gravi nel singolo paziente.